L’assegno ordinario FIS – Ai datori di lavoro che hanno ridotto l’attività a causa della pandemia viene data la possibilità di chiedere altre nove settimane di trattamento di integrazione salariale o assegno ordinario con causale Covid, dopo le nove concesse con il cura Italia. Arriva uno stanziamento di 11,5 miliardi, che finalmente sbloccherà le domande rimaste bloccate causa esaurimento dei fondi.
Le novità per velocizzare la cassa in deroga… – Anche per la cig in deroga le settimane aggiuntive saranno 9 da poter richiedere consecutivamente (solo per il comparto del turismo; commercio ed altri settori seguiranno la regola del “5+4” ossia 5 settimane da poter richiedere subito e le altre 4 a partire dal primo di settembre. La principale novità sta però nell’iter della richiesta e dell’erogazione, che ridimensiona il ruolo delle Regioni: da ora in poi i trattamenti in deroga saranno concessi direttamente dall’istituto previdenziale, “previa verifica del rispetto dei limiti di spesa“. La domanda andrà presentata entro 15 giorni dalla sospensione dell’attività lavorativa e l’Inps dovrebbe autorizzarla e disporre l’anticipazione del 40% delle ore autorizzate entro 15 giorni da quando la riceve.
…e il rischio di nuovi ritardi: “Acconto non prima di luglio” – L’avvio della nuova procedura sarà però tutt’altro che rapido: prima (entro 15 giorni) va emanato un decreto interministeriale per regolare le modalità di attuazione e la ripartizione delle risorse. Inoltre l’Inps deve regolamentare le modalità operative del procedimento. E comunque per far partire le domande bisognerà aspettare 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto. In pratica le aziende che hanno già terminato le vecchie 9 settimane non potranno presentare le domanda prima di fine giugno” e “non è difficile prevedere che il pagamento del solo acconto delle prime 5 settimane non arriverà prima di metà luglio. Quindi i lavoratori anche con questa nuova procedura dovranno attendere due mesi prima di vedere una parte dei soldi della cassa integrazione”. Peraltro, con il metodo dell’acconto “i lavoratori potrebbero essere costretti a restituire le somme ricevute dall’Inps, visto che in questa fase di incertezza l’effettiva cassa integrazione utilizzata sul singolo lavoratore potrebbe risultare inferiore al 40% dell’acconto che è calcolato invece sulle ore programmate”.
Si attendono sviluppi……
Mario Grimaldi